sabato 15 novembre 2014

A Palermo come a Roma stop del PD ai sindaci ircocervi



    Un singolare destino sembra unire in queste ore la capitale d’Italia e il capoluogo siciliano. Due sindaci famosi quali Ignazio Marino e Leoluca Orlando,  eletti ad un anno di distanza con largo consenso, pare stiano deludendo le aspettative dei cittadini e collezionano umilianti sconfitte sia   nell’ amministrazione delle rispettive città,  che sul piano dell’immagine internazionale delle medesime.

     Si tratta di due personalità forti e determinate,  dotate di un indubbio carisma che al sindaco di Palermo proviene da un ormai lontano glorioso passato di un‘antimafia d’antan e al titolare del Campidoglio da recenti ma non meno importanti prese di posizione assunte da parlamentare sul versante dell’affermazione dei diritti civili e dell’attenzione ai temi cosiddetti etici.

     Sono sotto gli occhi di tutti i limiti che entrambi i sindaci stanno rivelando sia sul piano politico poiché sovente esorbitano dal proprio ruolo e pretendono di recitare parti da protagonisti nazionali che non dovrebbero loro appartenere, sia sul versante amministrativo,  come dimostra la palese incapacità di assicurare  un livello accettabile dei servizi alla collettività,  mentre lasciano indisturbate pletore di dipendenti diretti e delle società partecipate, non sempre indispensabili ma molto utili al consenso personale presente e futuro.

    Le recenti contestazione del sindaco a Tor Sapienza e la perigliosa approvazione del molto discutibile bilancio di previsione 2014 del comune di Palermo che prima o poi dovrà vedersela con i rilievi della Corte dei Conti, destano non poche preoccupazioni nel principale partito del Paese, rispetto al quale i sindaci in questione si pongono ormai come antagonisti, cercando dove possono di rubare la scena al premier o di superarsi a vicenda nel far notizia sulla stampa locale e, soprattutto,  nazionale.


    
     A Roma, le frequenti gaffe di Ignazio Marino, le ombre che sembrano crescere sulla reputazione personale e professionale (Marino è stato nel 1999 tra i fondatori dell’ISMETT di Palermo e sono di questi giorni la polemiche relative a comportamenti contestatigli dalla casa madre dell’Istituto, l’UPMC di Chicago http://www.ilfoglio.it/articoli/v/114617/rubriche/ecco-la-lettera-che-svela-come-marino-fu-allontanato.htm) e, da ultimo,  le polemiche al calor bianco nelle periferie della Capitale stanno mettendo in grave imbarazzo il Partito Democratico che, sotto la guida di Bersani (sembra un secolo fa)   lo sostenne nel 2013  - con il concorso di SEL e del Movimento, oggi estinto,  dell’ex magistrato Antonio Ingroia - e che oggi si prepara a chiederne le dimissioni.


     A Palermo, già a partire dal turno di ballottaggio nel 2012,  si è costruita un’alleanza de facto con il centro destra -  in cui la moneta di scambio sono le molte approvazioni delle delibere dell’amministrazione Cammarata, ferocemente avversate negli anni dell’opposizione al sindaco forzista – scelto come stampella ad una traballante maggioranza e contrapposta al Partito Democratico, fermamente determinato a contestare ad Orlando, anche a costo di chiederne l’uscita di scena, l’ambiguità di fondo e le scelte  circa le politiche sociali e quelle riguardanti le società partecipate i cui bilanci  dal 2015 dovranno confluire nel consolidato del Comune,  mettendone a soqquadro il momentaneo formale, equilibrio.



     Il nuovo corso del PD e la indisponibilità di Matteo Renzi a condividere la leadership con chicchessia,   non possono trovare  molti punti in comune con personalità di spicco quali Orlando e Marino che preferiscono giocare partite personali e, talvolta, da “prime donne” della politica,  insofferenti a qualsiasi lavoro di squadra. Dopo un iniziale tentativo di costituirsi come sindaci arancione (sic!),  al pari di De Magistris a Napoli e, per qualche verso anche Pisapia nella Milano dell’Expo 2015,  i primi cittadini di Palermo e di Roma sembrano sempre di più “uomini soli al comando” isolati come sono da forze politiche di respiro nazionale e, in particolare, dal partito sulla cui nuova trasversalità  tutti i settori  -  ed i Poteri - del Paese sembrano aver già deciso di puntare per gli anni a venire.

    Sembra essere definitivamente tramontata quella stagione del Partito dei Sindaci, rilanciato lo scorso anno dopo una prima edizione negli anni ’90 e che si oggi si identifica – talvolta utilizzando surrettiziamente il ruolo dell’ANCI - nell’opposizione alla scelta del Governo di costringere i Municipi,  attraverso il salutare taglio dei trasferimenti e il conseguente maggior aggravio della tassazione comunale, a confrontarsi con le proprie, spesso immani, inefficienze e con le macroscopiche incapacità gestionali,  non sempre portate all’attenzione dell’opinione pubblica con la stessa crudezza riservata agli sprechi dello stato centrale e, in qualche caso,  poste a fondamento di scalate personali verso ben più ambite poltrone.

     In tale contrapposizione, con grande disorientamento dei cittadini, sta emergendo un’  identità politica, talvolta confusa ed ambigua,  di alcuni dei sindaci più inclini al protagonismo che sembra ricordare la definizione di “ircocervo” che già nell’antichità, designava un animale mitologico  descritto come: “avente corna di cervo, e il mento irto per la lunga barba, spalle pelose, impeto velocissimo nel primo correre ma facilità a stancarsi subito”. 




     Una definizione traslata poi nel linguaggio politico del XX secolo da Benedetto Croce e, in tempi più recenti, da Francesco Cossiga che  descriveva icasticamente l’impossibilità - salvo a suscitare il senso del ridicolo  - di conciliare taluni opposti,  per l’appunto inconciliabili e che Umberto Eco ebbe a definire “come una coesistenza impensabile tra entità e nature diverse, secondo un percorso assimilabile al nome della Chimera”.
    Un senso del ridicolo che i cittadini italiani, con tutta evidenza,  non sono più disposti a consentire a quanti preferiscono l’individualismo egocentrico del fantasista all’umiltà dell’ amministratore efficace alle prese con una sempre più difficile quotidianità, spesso in conflitto  con gli ineludibili ed epocali cambiamenti in ogni settore che, pur con una sofferenza non sempre equamente distribuita, stanno trasformando anche il nostro Paese.

Pubblicato da Sicilia Informazioni.com con il titolo Palermo e Roma, le vite parallele di Orlando e Marino. http://www.siciliainformazioni.com/134899/palermo-roma-vite-parallele-orlando-marino








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