domenica 25 ottobre 2020

Il Dies Irae del Governo Conte

Il Mattino di Napoli 26 novembre 1980

Il governo più mediocre della storia della Repubblica conosce ora i giorni dell' ira. Paga il prezzo di intrinseche inadeguatezze e di colpevoli superfiacilità derivanti dall'ansia di mantenere un consenso traballante, avendo regalato agli italiani l'illusione di un'estate normale e minimizzando circa la "seconda ondata" da cui si è fatto trovare totalmente impreparato. E ciò, nonostante il parere del Comitato Tecnico Scientifico che, pur con tuti i limiti e le contraddizioni, fosse stato molto chiaro già nel mese di giugno. 

 Come se ciò non bastasse, ora evoca il Natale brandendolo come una carota da offrire insieme alle misure tardive che, davanti ai numeri della disfatta, sono ormai inevitabili. 

La confusione nel Paese è totale e mentre si affastellano norme su norme che necessiterebbero ormai di un Testo unico votato dal Parlamento, si offre il fianco alla protesta scomposta ed esecrabile che mescola cittadini disperati a provocatori, dichiaratamente neo nazisti, con ben altri bisogni ed intenti. 

 Quali che possano essere le conseguenze per le prime due settimane di disorientamento e passaggio delle consegne, occorre che Giuseppe Conte lasci il ponte di comando, dando la possibilità al Capo dello Stato di varare un Governo del Presidente, costituito da figure di altissimo profilo non interessate a successive stagioni ed appoggiato da tutte le forze politiche che però ne dovranno restare fuori. 

 Non un giorno di più ad una maggioranza inesistente che paralizza con i veti incrociati decisioni degne di uno stato di emergenza nazionale. L'Unione europea apprezzerà e la garanzia che tutti i fondi Next Generation EU, MES compreso, saranno spesi con raziocinio e non in sussidi consentirà una più rapida e cospicua erogazione. Ci sarà tempo, a scadenza naturale della legislatura, per presentare le diverse soluzioni per la rinascita di un Paese che da qui ad allora, piaccia o meno, resterà in ginocchio, se non, come auspichiamo, sul piano sanitario, certamente su quello economico ed occupazionale.

Il titolo a caratteri cubitali sul Mattino di Napoli "Fate presto "apparve per la prima volta in occasione del terremoto dell'Irpinia. Quarant'anni dopo resta l'unico, pressante, invito da fare alle massime Istituzioni, prima che l'emergenza sanitaria e la precarietà economica si trasformino in una catastrofe civile.

mercoledì 21 ottobre 2020

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