domenica 6 febbraio 2022

Con l'aiuto di Dio.....


Il viatico del Cardinale Salvatore Pappalardo ai partenti per la Route di Zona 1984

Una biografia per eventi

 di Luigi Sanlorenzo (*)


Mi chiedo, ogni tanto, a cosa io debba la mia identità che, per quanto in movimento, si è manifestata con aspetti costanti nella sessantina abbondante di anni fin qui vissuti in modo molto intenso.

Nel settembre scorso, festeggiando quarant'anni di matrimonio, ho applicato un metodo abbastanza semplice, analizzando i quattro decenni trascorsi fin qui insieme a mia moglie  e gli eventi che li hanno caratterizzati, influendo sulle nostre vite.

Cercherò di fare lo stesso in questa riflessione di cui ringrazio chi me l'ha voluta richiedere e che spero possa servire a fare il "punto della strada" a quanti sono nella fase dei bilanci ma non hanno rinunciato a quella dei rilanci.

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Appartengo alla generazione dei baby boomers, i nati cioè tra gli anni '50 e '60 in un'Italia molto diversa da quella di oggi.

La mia infanzia è stata molto felice: una famiglia normale alle prese con un 'epoca in cui l'Italia stava cambiando nel segno di un benessere del tutto inedito per la classe medio borghese con la possibilità di permettersi una casa propria, un' automobile di media cilindrata, la televisione, la giusta quantità di libri e di riviste e persino una specialissima governante, la carissima Maria, quindicenne di Bagheria, poi trasferitasi a Lodi,  che ancora oggi sento telefonicamente con l'emozione di sempre,  che si occupò di me prima che iniziassi l'asilo (allora si chiamava ancora così), rispettando le regole educative che mia madre, insegnante di frontiera nei quartieri popolari,  le aveva illustrato prima di affidarle il pargolo durante la giornata: rispettoso e ubbidiente,  educato a tavola, spinto a leggere di tutto, stimolato a porre domande ed a pretendere risposte che, quando Maria non era in grado di dare, trovavano esito nelle prime enciclopedie,  non sempre e non solo per ragazzi, presenti in casa. 


Ho iniziato a leggere a quattro anni ed a scrivere delicati pensierini a sei e le scuole elementari furono"una passeggiata"in compagnia di un'insegnante straordinariamente rispettosa di una precocità che altre temevano invitando a tenere "un basso profilo" per entrare più in sintonia con i compagni. L'elogio della mediocrità.

La mia Promessa, Val dei Conti, 9 settembre 1969


Il secondo decennio fu esplosivo e coincise con l'incontro con il mondo degli scout portato a scuola dall'insegnante di religione, l'agostiniano P.Pio Barbagallo, tra i pionieri del Movimento nel dopoguerra. Reclutò una decina di noi ragazzi della prima media e con molti camminiamo ancora insieme dopo oltre mezzo secolo.

In meno di dieci anni vissi una parabola vertiginosa da esploratore, poi da rover e da giovanissimo aiuto capo, allora usava così, in un' ASCI già percorsa dal vento del cambiamento della società italiana, della Chiesa, del costume che,  pur con qualche ritardo, giungeva anche a Palermo. Ma la vera svolta fu dovuta ad una svista del mio capo clan che, ritenendolo un evento per rover, nel 1973 mi spedì insieme a Salvo Capodieci (al centro nella foto) alla prima Route Nazionale per Maestri dei Novizi e Capi Clan sul monte Faito, presso Pompei,  in Campania.

Route Nazionale ASCI - Capi R/S,  1973


Potete immaginare la sorpresa quando sul treno che a Messina congiungeva le tratte siciliane per traghettarle verso il continente, incontrammo capi del calibro di Salvatore Patti, Carmelo Rallo, Pippo Arezzi, Filippo Siracusano, il giovanissimo Salvatore Incandela che, come in altre parti d'Italia, cercavano di dare consistenza ad una branca che, fino ad allora, non era esistita in forma definita. Se non decidevi di lasciare dopo il "Riparto" ti aspettava a 16/17 anni di fare l' "aiuto" in Branco o il logista/magazziniere/tuttofare in Gruppo.

Su quel treno, dopo l'incredulità dei capi che ho ricordato prima, e non potendo certo tornare indietro, fummo "adottati" e introdotti nel mondo adulto dello scautismo e ai piani "superiori" della riflessione educativa e dei grandi passaggi che aspettavano l'Associazione verso l'Agesci, che sarebbe nata l'anno successivo, con l'eredità di grandi tradizioni ma anche con la sua volontà di esplorare nuove mete educative: la democrazia interna, la coeducazione, il patto associativo, la scelta politica attraverso l'educazione, il cammino della Chiesa post conciliare con le sue tante sfide interne ed esterne per confrontarsi con la modernità, senza rinunciare, per questo,  ai valori non negoziabili della Fede cattolica, apostolica, romana.

Sul Monte Faito, l'incontro con i grandi maestri: Giancarlo Lombardi, P. Giacomo Grasso, Vittorio Ghetti, Achille Cartoccio e tanti altri con cui, in seguito, mi trovai a collaborare ai diversi livelli associativi e,  in qualche caso, istituzionali. 


Consiglio Comunale Palermo, Giancarlo Lombardi, ministro della P.I., 1994


Il roverismo era nato in buona compagnia con lo Scoltismo dell' AGI, meno numeroso ma molto più ricco di intuizioni educative, esperienze straordinarie e un pensiero divergente, in parte dovuto alla grande influenza del guidismo francese denso delle inquietudini di Sartre, della disobbedienza di Michel Foucalt, della spiritualità di Carlo Carretto, del personalismo comunitario di Jacques Maritain,  della musica di Edith Piaf, di Bob Dylan e di Joan Baez. 

Le ragazze hanno sempre avuto una marcia in più, figuriamoci in quella scuola di indipendenza e di emancipazione che è lo scautismo,   e ciò talvolta metteva un po' in ridicolo certe abitudini "marziali" e talvolta integraliste dell' ASCI. Un elemento questo che avrebbe generato negli anni successivi la dolorosa rottura con la neonata Federazione dei Scout d' Europa, sorta in contrapposizione soprattutto rispetto alla democrazia associativa e alla coeducazione,e ad alcuni temi ecclesiali. Tempi ormai lontani.

Il rientro da quell'esperienza fu travolgente: ad agosto il campo di lavoro all'Ospizio marino di Trapani,  a settembre la Route di Orientamento a Caltanissetta e nel 1975 il campo di primo tempo in branca R/S in Abruzzo sul Corno Grande del Gran Sasso d'Italia. Nel 1976 ero il primo maestro dei novizi del mio gruppo, il Palermo 15°,  dell'era Agesci.



Il mio primo Noviziato, Serra San Bruno, 1976



Il decennio successivo fu attraversato da eventi personali importanti,  il primo concorso vinto a 21 anni, l'amore incontrato sui sentieri del Bosco di Ficuzza, la laurea con il massimo dei voti, il matrimonio e tre figli, ma soprattutto tanto, tanto scoutismo. Route indimenticabili di clan, zonali e regionali, campi di lavoro alla Massariotta e altrove, due esperienze di servizio nei terremoti del Friuli e dell'Irpinia, incaricato, allora provinciale, della branca R/S, il Campo scuola con Vittorio Ghetti, il brevetto wood badge, le prime Partenze nella storia del mio gruppo, l'impegno nelle strutture associative in zona, regione, al Consiglio Generale e dal 1982 al 1986 l'esperienza scout che più mi ha segnato: il responsabile provinciale di un territorio che andava da Terrasini a Castelbuono, oltre venti gruppi dalla consistenza variabile ma con tanta voglia di essere protagonisti della vita civile ed ecclesiale. 


Route d'Orientamento, Monti Peloritani, 1984


La mia primogenita nacque il 16 novembre 1982, (a maggio mi renderà nonno per la seconda volta) pochi giorni prima della visita di Giovanni Paolo II che mi vide totalmente  impegnato nell'organizzazione dell' evento. Non sarebbe stata la prima volta, Sara fu svezzata al Campo Nazionale E/G dell'agosto del 1983 ad Alfedena nel Parco Nazionale dell'Abruzzo.

Roma, Anno Santo 1984, Route di Zona Conca d'Oro


Ne nacquero esperienze straordinaria quali la Route provinciale ad Assisi sui sentieri del Monte Subasio e a Roma per l'Anno Santo, le Settimane Internazionali di Villa Trabia, a quel tempo ancora privata, aperta alla città da allora in poi ed a cui si offriva un messaggio ed un'immagine scout pubblica che andasse oltre le processioni e le sacrestie. Infine, nei giorni terribili degli omicidi Montana e Cassarà,  il secondo Massarjam con l'ambientazione de "Il Signore degli Anelli"di J.R.R. Tolkien  fino ad allora snobbato dalla cultura italiana perchè considerato "di destra". 

             Settimana internazionale dello Scautismo, Villa Trabia, 1984


Fu un' impresa titanica - settecento ragazzi e ragazze di Alta Squadriglia da sei paesi europei e dalla Tunisia -  che solo la collaborazione di una squadra eccezionale consentì di realizzare: Sara Radicella, Rosario Scaduto, Ciccio Piazza, Giovanni Perrone, Antonio Tagliavia, Daniele Settineri, Lillo Lo Mascolo, Guido Meli, Giulio Campo, Anna Di Marco, Pippo Fauci, Baldo Lannino, Lucio Drago, Don Pippo Randazzo e tanti altri con ruoli meno visibili ma tutti preziosi. Correva l'anno 1985.

Un nuovo decennio (86/96) stava per  iniziare e con esso nuove inquietudini di andare oltre, di fare altro, di aprire nuove piste per la piccola tribù che mi trovavo in casa. 

Come antichi pionieri, partimmo per una "terra incognita" il lontanissimo Veneto dove non conoscevamo nessuno e nel quale si sentivano i primi vagiti della Liga Veneta; fu il banco di prova dell'educazione ricevuta. Nel volgere di sei mesi ci trovammo tra le famiglie più note di Treviso: attivi in parrocchia, presenti nei fermenti di una società civile che si scrollava di dosso, con fatica, il peso della Balena Bianca durato quarantan'anni, grandi amicizie nate rapidamente e mantenute nel tempo come quella con Dino Boffo che pochi anni dopo sarebbe diventato direttore di Avvenire, il quotidiano della CEI. Scrissi i miei primi articoli per "La Tribuna" di Treviso e per "Il Gazzettino" di Venezia.

Treviso, 1992

Con il mondo scout un bel rapporto e qualche evento di formazione capi (lavorando in due, con tre bambini piccoli e senza nonni a disposizione era veramente dura)  ma l'esperienza doveva essere piena ed inedita e tale fu anche nell'incontro con mondi nuovi anche se dovunque ciò avvenisse, scattava subito la domanda che tutti conosciamo per esperienza: "ma,  siete scout ?" 

L'impegno politico fu totale e immersivo e la Rete nacque a casa nostra in febbraio ospitando Leoluca Orlando, allora in giro per l'Italia,  prima che il 21 marzo dal notaio a Roma. Alle politiche del '92 il Veneto elesse un deputato nella II circoscrizione e il Movimento, appena nato,  ottenne il 2% nazionale. Il nostro candidato nella circoscrizione I Venezia e Treviso era Raniero La Valle, il primo cattolico a candidarsi da indipendente " a sinistra" e  tra gli intellettuali più noti del tempo. Indimenticabili incontri serali a casa mia e la consapevolezza di essere formiche al cospetto di giganti. Non fu eletto per soli 400 voti e siamo rimasti amici. Il 22 febbraio (!)  compirà novant'uno anni. Lo chiamerò e sarà bello parlare di futuro !

Giuramento Consiglio Comunale, secondo mandato, 2012/2017



Fu la strage di Capaci a decidere il nostro destino. Nel volgere di poche settimane decidemmo di tornare a Palermo per fare la nostra parte. Nell'autunno del 1993 entravo per la prima volta nel Consiglio Comunale di Palermo, occupando fino al 1997 il seggio che era stato di Leonardo Sciascia per pochi mesi. Ci sarei tornato dal 2012 al 2017,  ma quella fu la consiliatura rifondativa della Città e vi assicuro che in molti degli atti importanti che vi si approvarono (Statuto, PRG, Decentramento ecc)  è leggibile, per chi sa vederla, una traccia scout.

La stessa traccia che mi avrebbe condotto a rifondare il Centro di Formazione del Banco di Sicilia introducendo temi di cultura manageriale e di leadership in quella che era essenzialmente una formazione tecnico bancaria. Curai in modo particolare il lato umano dei capi, le pari opportunità uomo donna e le prime Azioni Positive che la legge finanziava ma di cui pochi erano al corrente. 

Oggi in Unicredit la metà delle donne preposto di agenzia nelle filiali siciliane proviene da quel vivaio ex BdS. Mi venne perfino in mente di cominciare a lavorare con i figli dei dipendenti nelle vacanze studio fino ad allora appannaggio esclusivo e un po' distratto delle OO.SS,  coltivando nei ragazzi il senso di appartenenza all' Azienda,  portandoli per tre volte nel Regno Unito a imparare la lingua ed a sperimentare quel senso di  comunità che da adulti li avrebbe aiutati a governare la banca. Spesso erano adolescenti un po' sbandati e molto viziati  che fuori da casa tendevano a "togliersi il testale". 

Vi assicuro che in alcuni casi il metodo scout mi aiutò a non farne arrestare - e rimpatriare - i più scalmanati. Ma questa è un'altra storia della quale però non scorderò mai il sentimento di gratitudine che lessi nei loro occhi e in quelli della famiglie,  al rientro. Tutti impararono a rifarsi il letto, a tenere pulite le camere ad essere puntuali ed a rispettare la privacy delle ragazze. Molti di essi sono ora dirigenti di Unicredit. Ad Oxford mi ero portato "Psiche e Tecne" appena pubblicato da Galimberti, convinto che nella pause avrei potuto leggerlo. Il corposo testo tornò a casa intonso e, anni dopo,   ridemmo di quell'episodio a Brescia,  a casa di Emanuele Severino, con l'autore.

Il sentiero era diventato una strada e la vocazione educativa una professione  a cui non poteva più bastare l'impegno come capo scout nè il lavoro dipendente, pur se in un ruolo prestigioso. Tra la sorpresa generale di colleghi e superiori di un 'azienda che frattanto perdeva la propria indipendenza statutaria  ma anche di pensiero strategico, decisi si spingere più al largo la mia canoa e lasciai "il certo per l'incerto" investendo su me stesso e sulle mie competenze maturate a partire da quelle acquisite in associazione. Ne nacquero cinque anni di presidenza regionale  e ruoli nazionali dell'Associazione Italiana Formatori(AIF, Milano)  dieci anni di insegnamento universitario con lezioni ed esami svolti all'aperto, mentre i colleghi accademici guardavano allibiti e l'affiancamento di Verne, di Melville, di Baden Powell  e perfino della Regola Benedettina, sublime manuale di gestione di una comunità orante e laboriosa,  ai testi di management e di psicologia della formazione.


Palazzo Steri, Incontro tra Franco Angeli ed i Presidi di Facoltà, 2001


Il decennio 2006/2016 mi ha visto a capo di Studiofor, la scuola di alta formazione che ha raccolto l'eredità di ISIDA e CERISDI,  dove sono cresciuti oltre 300 esperti e dirigenti del Personale,  oggi  in decine di aziende in diverse parti d'Italia e del mondo. Quel patrimonio di conoscenze ed esperienze è oggi in PRUA.

Con Gabriele Morello, fondatore dell'Isida, al Castello Utveggio di Palermo, 2012

Durante i 12 master annuali svolti, nessuno dei partecipanti, per la maggior parte non scout,  è stato privato, attraverso uno specifico modulo in outdoor training,  dell'esperienza della Strada, dell'immaginazione di un Grande Gioco, del labirinto di una cartina topografica,  del camminare sotto la pioggia, di perdersi nella notte, di ritrovarsi intorno ad un fuoco di bivacco a riflettere nel deserto interiore sulla propria vocazione professionale nel settore delle risorse umane. Di B.P. neanche una parola, ma lui  - ne sono certo - guardava dall'alto e sorrideva compiaciuto sotto i baffi.

Il mio ultimo noviziato ha avuto il volto dei ragazzi e delle ragazze di tre classi del Liceo Artistico di Monreale dove ho insegnato filosofia per gli ultimi due anni di lavoro dipendente, utilizzando un concorso a cattedra vinto nel 1984 e tenuto nel cassetto per decenni. E' stato come tornare agli anni trascorsi tra i miei primi rovers e scolte. Niente banchi nè lezioni noiose,  molte  lavagne e tante passeggiate, i grandi filosofi raccontati come eroi avvincenti capaci di fare immaginare le più grandi tra le avventure: il pensiero umano, il cammino della Libertà e la necessità del suo presupposto essenziale,  la Legalità.

E' stata un'esperienza bellissima ma non sono pentito di aver fatto altro nella maggior parte della mia esistenza e di aver vissuto molte esperienze di servizio "per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese"  pur se tutte legate dal medesimo filo rosso dell'educazione; spesso, infatti,  una sola vita ti porta a dimenticare il perchè la fai  e può trasformarsi in una stanca routine.

Teatro Massimo, XXXV Congresso Rotary Distretto 2110, Sicilia e Malta, 2013


Il decennio in corso, pur gravato dalla pandemia e da qualche acciacco personale, mi vede dal 2019 censito in Agesci come capo a disposizione della Zona, nel Masci sperando in un futuro migliore della mia comunità, nel Rotary, 

Emergenza Ucraina - 17 marzo 2022 (aggiornamento blog)

per me naturale prosecuzione della cultura del servizio,  in cui sono dal 2000 e dove ho ricoperto a livello distrettuale la responsabilità dell'educazione alla leadership per i giovani rotaractiani (Parigi 2013)  e soprattutto come presidente dell'Associazione PRUA, fondata nel 2001 e oggi  composta da persone che sono state e sono "a prua" della propria vita e della professione. 
Eccone i volti e i profili https://www.associazioneprua.it/organi-associativi/ Ne riconoscerete qualcuno.

La metà dei soci sono stati anche capi scout molto noti e l'altra metà ha raggiunto per vie diverse  e importanti percorsi  successi riconosciuti in molti campi: abbiamo un comune obiettivo, quello principale dei leader di ogni tempo:  scoprire e far crescere nuovi talenti per la società difficile che viviamo ed i tempi turbolenti che ci aspettano. E all'inizio a qualcuno di essi abbiamo rivolto anche noi la nota domanda : "scusa, ma sei scout ?" tale è lo spessore della storia personale,  l'affinità di pensiero, la prontezza  e l'efficacia dell'azione.

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Convegno Quadri, Bracciano, 2012


Forse vi aspettavate delle riflessioni sul Metodo, sui travagli del MASCI, sul futuro dell'AGESCI. Ma quelle le conoscete, se avete avuto la pazienza di leggermi in altre occasioni e su altre testate.

Qui ho voluto solo rintracciare  il principio ispiratore di una vita in cui valori e scelte scout sono state determinanti per guidare la mia canoa lungo fiumi talvolta turbolenti e pieni di scogli da evitare. Un versante di formazione permanente sul quale con alcuni capi scout di ieri e di oggi abbiamo lanciato in questi giorni un'iniziativa non associativa ma "tra persone". https://dopolapartenza.blogspot.com/2022/02/dopo-la-partenza.html

Con "Rovering to success" (letteralmente "vagabondaggio" verso il successo) Baden Powell scrisse, esattamente cento anni fa,  un capolavoro sull' erranza dell'uomo alla ricerca di quella felicità che spesso non sa di avere a portata di mano: basta saper vedere, e non solo guardare,  il volto di coloro che la Provvidenza ci fa incontrare e stringere le loro mani con fiducia e sano ottimismo, riconoscendosi nella reciproca dignità di persone chiamate a condividere con tutto il Creato un'esistenza meravigliosa di cui io oggi ho cercato, come ho potuto, di rendervi testimonianza "sul mio onore."

Buona notte fratelli e sorelle nello Scautismo di ieri, di oggi e di domani.

"Loris" Sanlorenzo w.b.




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(*) Giornalista e saggista.Presidente PRUA